.. Scrissi tempo addietro (anni fa) una poesia quando ancora avevo voglia di scrivere, quando ancora avevo ispirazione, quando ancora mi pareva tutto più sopportabile, una poesia che poetizzava più o meno così..
" corrono gli anni volando le stagioni..
abissi di solitudine che libra nello spazio fra le dimensioni "
Quando ancora interagivo su Facebook (da me tanto detestato allora come oggi) nessuno pur lodando la mia poesia chiese spiegazione di quel passo assai poetico pensando erroneamente che scrivessi passi poetici campati in aria tanto per fare la rima.. e forse avrei pensato anche io la stessa cosa trovandomi nella loro stessa posizione mentale.., credo sia giunto il momento di dare spiegazioni a questo passo poetico se non altro perché quanto vissuto da me nello spazio fra le dimensioni trova conferma nel Sacro Corano.., la mia vita sta velocemente scorrendo verso la meta finale e non trovo giusto tenere queste esperienze per me solamente anche se è estremamente difficile aprirmi, così. cercherò di soffocare quella timidezza nel raccontare eventi straordinari che hanno caratterizzato la mia straordinaria vita di solitudine abissale.
Sono nata nel secolo scorso di un 6 Novembre nella città di Como ma ho vissuto la mia infanzia a Milano in un collegio di suore (istituto Giulio Salvadori) ed è lì che il tutto iniziò.. quando vi entrai avevo 4 anni e ne uscii a 9., ma è da lì che la mia solitudine ha preso una piega straordinaria.
mi concentrerò a tornare indietro nel tempo benché della mia vita passata vorrei poterne dimenticare almeno 3/4.
Il collegio
Non potrò mai dimenticare quel giorno di una settimana e stagione che assolutamente non ricordo, ero troppo piccola per conoscere il valore del tempo, doveva essere comunque una mattina inoltrata quando mano per la mano con mia madre camminavamo lungo il marciapiede che portava al cancello che all'epoca era diverso dalla foto, sempre di color verde ma era un ammasso di ferro dove non si poteva osservare cosa c'era al di là, io non sapevo che stava per iniziare una mia nuova vita e mia madre mi diceva nel camminare.. vediamo com'e.. se ti piace nel mentre sapeva benissimo che mi avrebbe lasciata lì e li in effetti da quel giorno vi rimasi diversi anni.
Da bambina ero piuttosto introversa e non riuscivo a fare amicizia con le altre bambine,
non so forse questo strano alone che mi circondava fatto sta che ero sempre sola e sola rimanevo anche le domeniche quando c'era la visita dei parenti, a me non mi veniva a trovare nessuno e nel silenzio della mia solitudine una voce iniziò a farsi sentire, era la voce di un'uomo con tono pacato ma deciso, una voce che solo io sentivo, non mi ha mai coccolata con delle storielle prima di dormire o confortata nei momenti tristi e solitari, no, lui si faceva sentire quando il mio comportamento non era dei migliori, una volta ebbi un litigio forte con un'altra bambina (non ricordo il motivo) tanto che nel cadere la mia mano urto' la fibia della scarpa di questa bambina e mi tagliai nel palmo della mano vicino al pollice (ho ancora la cicatrice), un pianto.. poco dopo intervenne ed invece di confortarmi mi rimproverò dicendomi che non si deve litigare ne venire alle mani, pacato ma deciso.
Le scuole erano all'interno dell'istituto però nella sezione maschile, ero in terza elementare quando un giorni seduta in classe decisi che non volevo stare in classe e così dissi alla suora che mi sentivo male e facevo la sceneggiata tutta mogia mogia e la suora impietosita mi disse di tornare nel collegio femminile da suor Marcella che era la nostra tutrice, felice uscii e mi incamminai, arrivata entrai nell'aula dove c'era suor Marcella intenta a leggere dicendo che stavo male e Bla bla.. mi fece sedere in un banco dell'aula a riposare.. dopo poco lui arrivò e mi disse.. non si dicono le bugie Cinzia.. vai e di che hai detto una bugia che stai bene ma non volevi stare in classe.. io non volevo ma l'impulso era talmente forte che è come se fossi stata presa di peso e portata davanti alla mia responsabilità, e così feci.
Lui mi ha insegnato a non avere paura del buio, di notte quando tutte dormivano nella camerata mi portava in giro ad osservare il buio ed è sempre lui che un giorno venne all'improvviso mentre ero nel cortile a giocare.
Questa è la prima delle esperienze straordinarie che ho vissuto senza tenere conto che avere lui accanto a me poterlo sentire parlare, poter percepire la sua presenza e la forza ad un'età così giovane 4 5 6 7 8 9 è di per sé un evento straordinario.
Mi disse, vieni Cinzia, ti devo far vedere un qualcosa che ricorderai tutta la vita, ed è come se un braccio mi spingeva in maniera delicata, come se mi accompagnasse dove lui voleva andare.
Nella foto a sinistra si può scorgere oltre all'istituto una chiesetta dove tutte le domeniche si teneva messa (tutto sempre all'interno del collegio), era più lunga che larga ed aveva un'entrata principale ed una secondaria piuttosto piccola con la porta ornata di vetri colorati, ed è proprio lì che mi portò.
Lui era dietro di me ed una volta aperto la porta mi disse.. siediti e chiudi gli occhi, mi sedetti nella panca vicino alla porta e da naturale gesto di bambina mi misi le mani sugli occhi.. pochi secondi dopo mi disse.. aprili ed una volta aperti il mio cuore batteva a mille mille mille.. non c'era più niente della chiesa era tutto bianco solo mura bianche con appeso ad esse un qualcosa come una x.. tutto era così.. di un bianco luminoso.. Lui non parlava ma sentivo che era vicino a me ma non diceva una parola.. dopo pochi secondi di questa visione mi alzai e scappai di corsa lasciando la porta aperta, lui non mi segui'.
Quando lasciai il collegio lui non venne con me, non mi ha mai detto il suo nome chi fosse e perché mi rimase a fianco per tutto il tempo collegiale ma forse ero troppo piccola per fare domande troppo piccola per capire.
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Il barbone misterioso
Questo episodio non ha nulla di straordinario in riferimento allo spazio fra le dimensioni (almeno credo), mi piace ricordarlo comunque se non altro per comprendere che tipo di personalità avevo quando ragazzina, come già scritto ero piuttosto introversa e solitaria, qualità che nel tempo lasciarono spazio alla più sfacciata vita adolescenziale nel tentativo forse di cercare ostinatamente qualcuno che si prendesse con amore cura di me dato che mio padre fu completamente assente fisicamente e spiritualmente nella mia vita e mia madre pur essendoci fisicamente fu più assente di lui.
Avevo circa 12 anni quando finalmente dopo più di un'anno e mezzo in giro per le pensioni ed alberghi di Milano nei pressi di piazza Lima, mia madre trovò casa in via Fucini a ridosso di piazza Bernini (per comprendere il motivo di questo travagliato periodo dovrei spiegare molta parte della mia vita di bambina dentro e fuori il collegio ma essendo che.. preferisco non ricordare e mi limito a raccontare questo episodio).
Stavo rientrando a casa dalla mia lezione di inglese di un mezzo pomeriggio quando non so perché non feci la stessa strada, solitamente uscivo dal metrò per incamminarmi verso viale Romagna e poco più distante a ridosso la via Fucini ed invece quel giorno la presi più larga forse per ritardare il più possibile il mio rientro o forse perché così doveva essere, nell'incamminarmi nella via secondaria che porta da piazza Bernini a via Fucini, avanti a me più distanti erano un'uomo ed una donna che camminavano lungo la via, uno distante dall'altra alcuni metri, nel camminare scorsi sul ciglio del marciapiede alla fine della via un barbone seduto, era strano perché sembrava quasi vestito a carnevale, era proprio il tipico barbone vecchio con la barba bianca e vestito con abiti sporchi e decisamente non della sua taglia, avevo tutta la scena davanti dato che ero ultima della fila, quando l'uomo passò vicino al barbone questi allungó il braccio verso di lui come per chiedere la carità ma l'uomo tirò dritto, venne poi il turno della donna (intanto il mio cuore iniziava a battere forte) ed anche con lei allungó il braccio ma la donna non solo tirò dritto ma si avvicinò ancora di più al muro del palazzo adiacente quasi strusciandolo, nel guardare questa scena il mio cuore batteva forte e pensavo adesso tocca a me, volevo tornare indietro cambiare strada con il cuore a mille e mentre pensavo con il cuore a mille venne il mio turno, allungó il braccio anche a me e mi fermai, non si capiva niente di quel che diceva, farfugliava parole, il suo braccio era ancora teso quando lo presi aiutandolo ad alzarsi, all'epoca in piazza Bernini c'era una piazzola che c'è tutt'oggi anche se leggermente diversa, c'era un'edicola ed una panchina ed è lì che lo accompagnai, al di là della strada c'era una pizzeria e dalla parte opposta c'era la chiesa, lui continuava a farfugliare parole senza senso, tutto il tempo che rimasi con lui non capii niente di quello che diceva, il mio cuore non batteva più forte e nel vederlo così messo male ed anziano mi venne spontaneo di chiedergli se avesse fame, lui farfugliava sempre allora gli dissi aspetta qua che ti prendo qualcosa da mangiare, non avevo soldi con me ma sapendo che mia madre era in casa feci una corsa spiegandole la situazione e da non credere mia madre mi diede i soldi necessari per comprare qualcosa. di nuovo giù di corsa pensando speriamo sia ancora lì, speriamo sia ancora lì, e li ancora lo trovai, si stava facendo sera e dissi, aspetta qua che vado a prenderti una pizza, entrai ed ordinai la pizza meno cara, la margherita ed una cocacola, (non avevo molti soldi ma mi bastarono), 10 minuti ed uscii con la pizza calda fumante, quando gliela porsi si mise a mangiare con avidità (doveva essere davvero affamato e la pizza davvero buona) e mentre mangiava continuava a farfugliare ed io a non capire, ormai era buio, adesso devo andare gli dissi, è tardi e lui continuava a mangiare e farfugliare allorché non capendo lo salutai e lui continuava a mangiare e farfugliare,
non un saluto non uno sguardo diretto non una sola parola che potessi capire, tornai a casa.
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Più veloce della luce
Questo episodio mi ricorda un versetto del Sacro Corano dove cita la pazienza di chi non può comprendere ed in effetti solo chi l'ha vissuto può assaporarne l'essenza e la comprensione.
Questo rientra nelle esperienze straordinarie che io ho vissuto.
Era un periodo nel quale la solitudine le incertezze della vita e le prove alle quali si è sottoposti hanno picchiato duro (non sto a spiegare le motivazioni perché dovrei parlare delle esperienze straordinarie nello spazio fra le dimensioni rivolte al male e come ho già scritto voglio dimenticare),
Vivevo da sola in un appartamento alle porte di Milano, un monolocale carino e ben arredato quando una sera come tante andai a dormire nel divano letto matrimoniale, ho voluto inserire una foto facsimile del letto, giusto per comprendere al meglio la scena, quando ad un tratto aprii gli occhi e mi ritrovai sul bordo del letto dalla parte opposta da dove mi ero coricata, tutto era normale, la stanza illuminata dalla luce della strada, un semi buio da dove però potevi scorgere l'ambiente, al momento non capivo bene ma sentivo che non era del tutto normale così iniziai a voltare il capo da sinistra a destra lentamente e vedevo la stanza con tutti i suoi mobili insomma la stanza, quando il mio sguardo arrivò all'estrema destra ebbi uno spavento ma uno spavento perché il mio corpo eri lì nel letto rannicchiato ma io ero dall'altra parte del letto.. mi sono vista lì ed io non ero lì, quando ebbi questo sussulto di spavento ci fu come se un risucchio pazzesco, come se fossi entrata in un vortice ad una velocità pazzesca ed è come se avessi fatto milioni di kilometri in una frazione di secondo ad una velocità pazzesca il tutto ad una distanza fra me fuori ed il mio corpo di circa un metro.
Ho aperto gli occhi ben conscia di quello che avevo vissuto senza sapere come sono uscita dal mio corpo e come ci sono rientrata, il tutto assolutamente involontario.
Quello che posso dire è la assoluta presenza dei sensi, pur essendo fuori dal mio corpo, vedevo, sentivo, ed avevo emozioni, lo stupore e la paura, il tatto non posso dire perché benché ero sul bordo del letto non ero seduta, non sentivo alcun peso corporeo e non sentivo di toccare niente fisicamente, un'altra sensazione straordinaria é che non respiravo, ero viva senza respirare.
Una rammarico che ho in questa ed altre esperienze é che mi capitano all'improvviso trovandomi impreparata senza riuscire ad essere padrona della situazione assaporarne l'essenza solo nei ricordi.
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Un protettore inaspettato
La foto non è delle migliori ma la utilizzo per comprendere meglio a cosa sono andata incontro quel giorno di inizio primavera di diversi anni fa, dalla foto si può scorgere la casa di mia mamma all'epoca, adesso non abita più lì e la spiaggia dove decisi di andare una mattina presto al primo sorgere del sole.
Ho tanti ricordi guardando questa foto ma certo quello più straordinario? Si perché anche questo rientra nello spazio fra le dimensioni pur se il protagonista fu un cane, il più straordinario fu proprio quello che sto per andare a raccontare.
Decisi di prendere una piccola vacanza e lasciare Milano alle mie spalle per qualche giorno ed andai in Sardegna dove tutt'ora vive mia madre e mia sorella, la Sardegna è una terra e molta parte della sua gente meravigliosa, sono sempre stata una mattiniera come quel giorno, c'era già luce ma il sole doveva ancora sorgere all'orizzonte così a dispetto di mia sorella e madre che ancora sonnicchiavano presi ed uscìi dal cancello della casa, con mia meraviglia un cane era seduto davanti a me dall'altra parte della strada che all'epoca non era ancora asfaltata com'è oggi, lo guardai e dissi, che ci fai qui tutto solo poi voltavo lo sguardo a destra e sinistra per vedere se c'era il suo padrone, era solo indubbiamente, era un cane di media stazza e color marroncino chiaro e maschio.
Pur parlandogli mi guardava seduto senza muoversi ma appena mossi il mio piede fuori dal cancello si alzò e mi venne vicino, benché ho sempre avuto una certa paura dei cani soprattutto quelli grossi, questo mi trasmetteva serenità, iniziai la mia discesa verso la spiaggia distante circa 200 o 3oo metri e lui mi seguii, camminava di qua e di là annusando qua e là, come fanno i cani, ma sempre ad una distanza minima da me, lo lasciai fare nel seguirmi anche se effettivamente non capivo perché mi seguisse e perché era appostato davanti al cancello della casa di mia madre come se mi stesse aspettando sapendo che sarei uscita all'alba.
Arrivati alla fine della strada non asfaltata attraversiamo la provinciale che porta da Olbia a Golfo Aranci e poi giù per la stradina anch'essa non asfaltata che porta direttamente in spiaggia e lui sempre vicino a me.
Era bellissimo non c'era nessuno se non il sole all'orizzonte il leggero mormorio delle onde, una brezza primaverile, bellissimo quando ad un certo punto da lontano vedo 2 cani neri grossi correre verso di me abbaiando all'impazzata, mi bloccai dallo spavento con gli occhi sbarrati impietrita dal terrore, quando furono a pochi metri da me, il cane che mi ha seguita si mise davanti a me abbaiando anche lui verso questi due altri, era una scena impressionante perché da un lato ero pietrificata dal terrore e dall'altro osservavo la scena di una lotta impari 2 contro 1 ma la strano era nel vedere questi due cani grossi neri e furiosi aver paura di questo altro cane invece di attaccare indietreggiavano e così per qualche tempo, presi coraggio mentre osservavo di indietreggiare senza voltare le spalle ed arrivare ad una casetta di legno molto probabilmente usata in estate per vendere i gelati, piano piano ci arrivai, la porta era chiusa ma all'improvviso si aprii ed entrai velocemente chiudendo la porta, che spavento e paura davvero, rimasi ferma un poco poi non sentendo più abbaiare piano piano aprii la porta guardando a destra e sinistra con la coda dell'occhio, tutto era tornato silenzioso.
Aprii la porta completamente e con mio stupore il cane che mi seguii era lì sulla soglia seduto come se mi aspettasse, degli altri due cani non c'era più traccia, uscendo il cane si alzò ed iniziò a seguirmi di nuovo sempre accanto a me, ormai la mattinata era rovinata, ero ancora abbastanza rintontita da quanto era successo che ripresi la strada del ritorno, lui sempre dietro di me seguendo i miei passi, io non parlavo e lui non abbaiava, in silenzio siamo tornati indietro arrivando alla provinciale per poi attraversarla e salire su per la strada non asfaltata che conduce a casa di mia madre, attraversai ma lui non mi seguii più e prese la provinciale che porta verso Golfo Aranci, rivoltandomi una seconda volta non lo vidi piu' benché la strada della provinciale è piuttosto lunga, era come se fosse sparito da un momento all'altro.
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Scherzetto (le 5 monete + 1)
Questo episodio lo voglio ricordare perché mi ha strappato un sorriso.
Mi trovavo a vivere in Egitto e la primavera egiziana è la nostra estate, un caldo, così quel giorno prima di rientrare a casa nel pomeriggio decisi di andare a prendere un succo fresco, il mio preferito è quello al mango, a quel tempo costava un bicchiere di succo medio 5 pounds e 50 piastre, parcheggio la macchina davanti al locale ed inizio a cercare qualche moneta, nella cassettina vicino al mio sedile di guida ne tenevo sempre qualcuna, cerco e trovo 6 pounds però mi seccava perché avrei dovuto aspettare il resto di 50 piastre e così cerco ancora e trovo le 50 piastre, rimetto al suo posto 1 pound e prendo le 50 piastre, non faccio in tempo a stringere il pugno della mano che un qualcosa mi ha colpita proprio la mano dove tenevo i soldi e nel sussulto dello sberleffo sulla mano mi cade una moneta, controllo e sono proprio le 50 piastre, guardo sotto il sedile di fianco di dietro, niente le 50 piastre non ci sono, riguardo sotto il sedile di guida, niente come se fossero svanite nel nulla, un po' mi seccava perché non avendo altre piastre fui costretta a riprendere il pound che avevo messo via, bhe vorrà dire che non prendo il resto, questo stavo pensando uscendo dalla macchina, entro in negozio e mi avvicino alla cassa aspettando perché c'era un'altro cliente prima di me, mentre aspetto ricontrollo i soldi che ho in mano, proprio mentre la stavo aprendo per verificare un'altro sberleffo nella mano e mi cade una moneta, li per lì non ho fatto caso che questo era il secondo sberleffo e mi chino a prendere la moneta e ai miei piedi c'è la moneta ma non era il pound (ne avevo 6), con mia sorpresa quella ai miei piedi era una moneta da 50 piastre, la prendo e li per li non capivo, come posso avere adesso la moneta da 50 piastre se l'ho persa in macchina, penso e ripenso e mi dico, se ho la moneta da 50 piastre qua deve esserci per forza in macchina la moneta da 1 pound, ordino il succo e pago senza resto :)), se devo essere sincera uscendo dal negozio con il succo in mano ero molto eccitata nel tornare in macchina pregustando lo scherzetto, arrivo metto giù il succo e guardo sotto il mio sedile e li in bella vista c'era il pound.
Naturalmente sapendo, chiunque sia stato mi ha strappato un sorriso.
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Un'invito improvviso ed imprevisto
Come già scritto precedentemente quando mi capitano questi eventi straordinari nello spazio fra le dimensioni mi trovano del tutto impreparata e ne assaporo la magnificenza solo dopo nei ricordi, e così, accadde anche quella notte.
Mi ero da poco coricata ma la luce della camera era ancora accesa in quanto volevo leggere un po' e d'improvviso sento nel mio corpo e su tutto il corpo una pressione incredibile, non dolorosa ma con una forza alla quale non riuscivo a resistere e che mi premeva nel letto bloccandomi completamente, non riuscivo più a muovermi e nel mentre la forza mi premeva nel letto voci di ragazzini iniziarono ad intonare una recita che non capivo, erano tanti e le voci molto alte altissime ma senza il senso dell'urlare, dopo qualche secondo iniziarono a recitare voci di uomini adulti ma era così forte così forte che spaccava i timpani senza spaccarli, una potenza di voce mai sentito prima, erano tanti e il loro recitare non era né nella mia mente né nell'aria, non trovo la giusta definizione se non paragonarla al livello uditivo dei cani, che sentono suoni ad una determinata frequenza che noi umani non sentiamo, visivamente nella mente vedevo la scena, come se fosse proiezione, nelle prime file erano questi ragazzini e dietro una miriade di file di uomini, tutti assieme a recitare quello che non capivo, di nessuno di loro ho visto l'immagine, vedevo come se ci fosse uno specchio appannato davanti, ero completamente non padrona della situazione e nel mentre assistevo in visione ed udito cercavo di muovermi e piano piano la presa si fece meno forte sempre meno forte ed iniziai a muovere prima le braccia e poi il corpo, più riuscivo a muovermi più le voci si allontanavo.. piano pian piano sino a dissolversi completamente.
Rimasi stordita nel cercare di capire cosa fosse successo, in seguito ripensando capii che ero stata invitata ad assistere al coro degli Angeli? Allah(swt) knows best
Una esperienza straordinaria straordinaria.
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Hanno davvero le ali!
In ordine cronologico questa è l'ultima esperienza straordinaria che ho vissuto successami qualche tempo fa, ne ho avute altre di meno intense seppur straordinarie paragonandole al vivere nella normalità del quotidiano.
Era ancora viva Sandra, la mia gatta che mi ha tenuto compagnia per ben 16 anni.

Era solita dormire con me, specialmente nelle notti invernali, sotto la coperta avvinghiata al mio braccio, e quella notte, indimenticabile notte, fece lo stesso, eravamo da poco coricate, la luce spenta e pronte a dormire, non mi ero ancora girata sul fianco destro, ( é la posizione che prediligo dormendo) ed ero con la testa appoggiata al cuscino e gli occhi chiusi, un momento di relax mentale prima di dormire, ad un certo punto ad occhi chiusi mi si illumina la vista, come quando ad occhi chiusi ti illumina il sole, apro gli occhi e sopra di me ad altezza quasi a toccare il soffitto ed ad altezza dei miei piedi vedo una nube luminosa, molto luminosa, però non illuminava la stanza, come può fare una torcia o una candela, una lampada, era luminossissima senza abbagliarmi e senza illuminare, richiudo gli occhi e mi stringo più forte Sandra al braccio e dico sussurrando, stiamo calmi Sandra, la luce si fa ancora più intensa, riapro gli occhi e la nube sopra di me inizia a cambiare forma, lentamente da nube uniforme diventa un paio di ali, più o meno come nella foto, ma non c'erano piume o cose del genere, era adesso a forma di ali con una luminosità incredibile, fissavo questa immagine sopra di me, quando ad un certo momento sento una scossa forte molto forte ma senza alcun dolore irrompere nella mia testa, come se questa scossa volesse dirmi che non stavo sognando, quello a cui stavo assistendo era pura realtà, la scossa durò pochi secondi ma sufficienti per lasciare il ricordo della sua intensità, terminata la quale le ali iniziarono a cambiare forma per ritornare ad essere nube e nel mentre, la luminosità si faceva sempre meno intensa sino a dissolversi assieme alla nube.
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Tutto quanto raccontato é una parte della mia vita in abissi di solitudine che libra fra lo spazio delle dimensioni, tutto il resto nel bene e nel male lo tengo per me.
Rimetto al giudizio di Allah(swt) la mia assoluta sincerità nel raccontare scrivendo.
Salam aleykum (fc)